Per secoli, gli inchiostri delle penne stilografiche hanno messo nero su bianco documenti, libri, poesie d’amore e manoscritti.
Nell’ambito delle mostre che hanno ricordato la Prima guerra mondiale, è stata una piccola protagonista: piccola per dimensioni e per importanza rispetto ai grandi eventi di quegli anni, ma destinata a rivoluzionare il modo di scrivere di intere generazioni.
Oggi, in molti pensano che sia un oggetto superato, estinto o solo per facoltosi, ma non è così.
La penna stilografica ha ancora tutto il fascino degli oggetti senza tempo: nessun altro strumento di scrittura ha potuto scalfire questa supremazia.
La prima tipologia di penna stilografica era costituita dalla combinazione di due penne d’oca incastrate l’una dentro l’altra: il serbatoio (penna interna) e il pennino (penna esterna). L’inchiostro contenuto nel serbatoio, usciva dal pennino seguendo due principi fisici: la gravità e la capillarità.
Nel tempo, le penne stilografiche hanno cambiato la loro forma ma non il funzionamento.
La prima sostanziale differenza fra i vari modelli di stilografica risiede nel pennino, l’anima di una buona penna stilografica: quanto più prezioso ed elaborato sarà il materiale del pennino, tanto più morbida sarà la scrittura.
Solitamente realizzato in un materiale pregiato come oro, argento o platino, il pennino termina con una piccola pallina di osmio o iridio, un materiale ad alta resistenza.
La caratteristica fondamentale del pennino è la divisione verticale in due ali, che ha la funzione di offrire robustezza e flessibilità ma anche per permettere l’aerazione del conduttore.
Trovare il pennino ideale per il proprio stile è la garanzia di una scrittura facile e scorrevole: chi, per esempio, tende a scrivere in piccolo dovrà optare per un pennino fine; chi scrive a caratteri grandi dovrà scegliere un pennino largo, chi invece ha un tratto pesante dovrà orientarsi all’acquisto di un pennino tubolare (più rigido del pennino tradizionale).
I pennini si classificano in base alla grandezza della punta del pennino. Le penne stilografiche possono essere dotate di punte diverse, da scegliere in base alle proprie preferenze di scrittura.
EF – Extra Fine: pennino extra fine, produce un tratto da fine a molto fine. La finezza estrema e la punta arrotondata assicurano una scorrevolezza unica, a prescindere dallo stile di scrittura.
F – Fine: pennino fine per un tratto da fine a medio, in base alla pressione esercitata sulla penna.
M – Medio: pennino medio per un tratto medio. La peculiare finitura garantisce un tratto dallo spessore adeguato.
OM – Obliquo Medio: la sua peculiare finitura obliqua aumenta la sensazione di scorrevolezza.
B – Grande: pennino largo per un tratto più marcato e spesso.
BB – Extra-grande: per una scrittura ancora più spessa.
OB – Obliquo Grande: permette di ottenere un tratto spesso e scorrevole.
LH – Left Hand – Mancino: per mancini.
I pennini dritti rendono più facile la scrittura, garantiscono una calligrafia più fluida sia per scrittori esperti che per calligrafi con meno esperienza. Le larghezze di pennino più piccole, come F o EF, garantiscono, inoltre, tratti variabili, regolando la pressione in fase di scrittura. Tuttavia, per chi non è un appassionato calligrafo, consigliamo di usare pennini con dimensioni da medio a largo (M, B).
Se la vostra posizione di scrittura richiede una penna stilografica da tenere dritta, è consigliabile scegliere dei pennini dritti (es. EF, F, M, B, BB, 3B).
I pennini obliqui sono più difficili da usare ma garantiscono una calligrafia decisamente più espressiva e permettono di ottenere tratti variabili. I pennini obliqui inclinati verso sinistra, come per esempio quelli della Pelikan, non sono adatti per mancini. I mancini necessitano di pennini speciali, con il taglio della punta obliquo a sinistra, per facilitarli nella nuova posizione che devono assumere per scrivere.
Se la vostra posizione di scrittura è inclinata e mancina, è consigliabile usare pennini obliqui di tipo OM, OB, OBB, O3B.
Dal metallo, alle plastiche, dal legno ai metalli nobili e alle pietre preziose, ogni penna stilografica ha la sua identità ed è composta da 5 parti:
L’utilizzo corretto ed efficiente di una qualunque penna stilografica presuppone un’attenta cura poiché i maggiori problemi sono legati al flusso di inchiostro che è il vero tallone di Achille di questo strumento di scrittura.
A differenza delle penne tradizionali, le penne stilografiche sono dotate di un pennino appuntito. Questa caratteristica consente di ottenere un tratto con larghezze differenti che varia in base al tipo di pressione esercitata.
Essenziale è scegliere la tipologia di penna stilografica che preferite. Va tenuta tra pollice e indice in modo corretto, mantenendo dita e polso rigidi. Per rendere il tratto visibile inclinare la penna in modo obliquo a 45°.
Per acquisire la giusta tecnica si consiglia di esercitarsi, utilizzare un tratto leggero e non premere con forza. Infine, dedicarsi ad una buona manutenzione. È bene pulire l’intero pennino e l’alimentatore ogni volta che viene cambiato il colore o la tipologia di inchiostro.
Mettere sempre il cappuccio facendo attenzione a tenere la penna in posizione verticale con il pennino rivolto verso l’altro. Se lo si tiene al contrario, è possibile che l’inchiostro rimasto nel pennino fuoriesca nel cappuccio per effetto della forza di gravità, macchiandolo. In generale è consigliabile una manutenzione all’incirca ogni mese e mezzo.
Le penne stilografiche si possono classificare in 3 tipologie:
Individuare la penna stilografica “migliore” è chiaramente impossibile, ognuna di esse ha le proprie caratteristiche e peculiarità, ma conserva ancora un fascino particolare e può contare su una fittissima schiera di ammiratori, riviste e siti specializzati.
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